Una fuoriuscita di petrolio nel Mar Nero ha causato la morte di 34 delfini, molti dei quali appartenenti alla specie in pericolo d'estinzione Azov. Le autorità russe hanno dichiarato l'emergenza ambientale, ma le risposte appaiono tardive e insufficienti.
Nel cuore del Mar Nero , tra i riflessi di onde inquinate, si consuma una tragedia silenziosa. Trentaquattro delfini, molti dei quali appartenenti alla specie in pericolo d'estinzione Azov, sono morti nelle ultime settimane dopo una devastante fuoriuscita di petrolio nel tratto di mare che separa la penisola di Crimea occupata dalla Russia dalla regione russa di Krasnodar.
Le immagini strazianti degli animali trovati sulle spiagge raccontano una storia di fragilità e negligenza ambientale, che lascia un segno indelebile. Un mare nero di dolore La fuoriuscita di petrolio, avvenuta tre settimane fa a seguito del danneggiamento di due petroliere durante una tempesta nello stretto di Kerch, ha riversato migliaia di tonnellate di mazut, un olio combustibile pesante, nelle acque del Mar Nero. Nonostante i tentativi di contenere i danni, il Delfa Dolphin Rescue and Research Center ha confermato che 32 delfini sono morti a causa dell'inquinamento. Secondo l'organizzazione, il mare continua a restituire corpi senza vita di cetacei. 'La maggior parte di questi animali è morta nei primi giorni dopo il disastro', si legge in un comunicato diffuso sui social. Questi delfini appartenevano principalmente alla specie Azov, già minacciata dall'attività umana e ora sempre più vicina al baratro dell'estinzione. Un disastro ecologico dichiarato anche da Mosca Le autorità russe, incluse quelle della Crimea, hanno dichiarato l'emergenza ambientale. Più di 96.000 tonnellate di sabbia e suolo contaminati sono state rimosse dalle spiagge delle regioni di Anapa e Temryuk, mentre la stima totale delle aree colpite potrebbe superare le 200.000 tonnellate di terreno contaminato. Il Presidente Vladimir Putin ha definito l'incidente un 'disastro ecologico'. Tuttavia, le risposte governative, secondo molti ambientalisti, appaiono tardive e insufficient
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