Un incredibile salvataggio

William Ralston Notizia

Un incredibile salvataggio
AmazzoniaGustavo PetroForesta
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Quattro bambini sono sopravvissuti da soli nella foresta per quaranta giorni dopo che l’aereo su cui viaggiavano è precipitato nell’Amazzonia. La storia di come sono stati ritrovati Leggi

Hernando Murcia era il tipo di pilota in grado di volare su rotte che nessun altro avrebbe affrontato. Lavorava per la Avianline charters, una delle compagnie di aerotaxi che trasportano passeggeri nella regione amazzonica della Colombia. La foresta è buia, fitta e spesso insidiosa. Non ci sono strade, tantomeno aeroporti commerciali, e i suoi fiumi sinuosi brulicano di animali predatori, tra cui piranha e anaconda.

“Centosessantacinque chilometri da San José”, ha risposto Murcia. “Sto per schiantarmi in acqua”. Sono state le sue ultime parole trasmesse al controllo del traffico aereo. Pochi istanti dopo, il radar ha registrato una brusca virata a destra del Cessna. Poi, verso le 7.50, il velivolo è scomparso. La giungla voleva dire casa per Magdalena, che apparteneva al popolo nativo witoto – a volte si scrive huitoto o uitoto – ed era la terza di dieci fratelli nati da Fátima Valencia e Narciso Mucutuy. La famiglia viveva poco distante da Araracuara, un luogo così remoto che l’elettricità si ricava da generatori a benzina o pannelli solari e il servizio di telefonia mobile è disponibile solo sulla piccola pista di atterraggio.

I genitori di Magdalena le avevano ordinato di non andare: non si fidavano di Ranoque. Così, senza avvertirli, Magdalena aveva raccolto le sue cose e i figli, e si era spostata in una casetta vicino alla pista di atterraggio di Araracuara. Ogni giorno implorava i soldati colombiani di farla salire su un volo.

La casa di Dumar, una capanna di legno con un tetto di lamiera ondulata, è diventata una specie di quartier generale informale per le squadre di ricerca guidate dai civili. Sono arrivati Ranoque, Edwin Paky, un altro cugino di Mendoza, e i volontari di Araracuara.

Avvicinandosi al relitto Paky ha sentito una fitta allo stomaco. “Ho pensato che nessuno avrebbe potuto sopravvivere a un simile incidente”, ha detto. Ha annotato le coordinate del luogo ed è andato a cercare aiuto. Poco dopo ha incontrato alcuni soldati del Ccoes. Hanno comunicato via radio la scoperta a Sánchez, che ha ordinato agli uomini del Dragon4 guidati da Montiel di raggiungere il Cessna.

Secondo Sánchez, se i bambini erano vivi gli restavano tre giorni, forse quattro. Era il momento di pianificare una nuova strategia di ricerca e salvataggio. L’esercito l’ha chiamata Operazione speranza. Sono stati portati nell’area di ricerca altre truppe e altri cani. Gli aerei volavano a bassa quota, lasciando cadere generi alimentari, accendini e migliaia di volantini con consigli di sopravvivenza. I piloti scrutavano il paesaggio con il binocolo, alla ricerca di segni di vita.

Rubio era certo che il rituale avesse funzionato e ha detto ai ricercatori rimasti che avrebbero trovato i bambini quello stesso giorno Sánchez si è perfino domandato se potessero servire le usanze indigene. Valencia stava dicendo ai giornalisti che era stato un duende a catturare i bambini, così Sánchez ha consultato una donna nativa e le ha chiesto cosa si potesse fare in quel caso. La donna gli ha dato le istruzioni per un rituale che prevedeva l’uso di bottiglie di alcolici disposte lungo il fiume durante la notte. Sánchez ha inviato l’ordine a Montiel.

Il 24 maggio erano in tutto 92 i volontari indigeni che si erano uniti ai 113 soldati assegnati alla missione di ricerca. Sánchez li ha divisi in una decina di unità miste, poi ha ordinato ad alcuni soldati di lasciare che i volontari conducessero le ricerche seguendo i propri rituali.Muñoz e Rubio sono stati entrambi affiancati agli uomini di Montoya nel gruppo Destructor1.

Il 4 giugno Montoya e i suoi uomini si stavano preparando a una pausa di otto giorni. Pochi istanti prima di salire su un elicottero, Rubio ha chiesto di procurargli dello, un potente infuso psicoattivo noto come ayahuasca. Secondo i witoto, il suo consumo permette di connettersi a un’antica saggezza in grado di risolvere problemi complessi. Rubio credeva che fosse l’unico modo per liberare i bambini dal duende.

Stava scendendo rapidamente la notte e ci sarebbero volute alcune ore per tornare al campo. Ogni uomo si è messo un bambino sulle spalle e ha cominciato a marciare il più velocemente possibile attraverso la giungla. Muñoz ha trovato riserve di energia che non sapeva di avere. “L’emozione era così forte che mi sono completamente dimenticato di tutto il resto”, ha detto.

Il giorno successivo al loro arrivo nella capitale, l’ospedale ha autorizzato le visite. Quando Sánchez è arrivato, dormivano tutti, tranne Lesly. “Siete coraggiosi”, le ha detto. Erano pallidi e Lesly non parlava, ma almeno erano vivi. Un’ora più tardi, mentre il motore scoppiettava e l’aereo cominciava a precipitare, Magdalena piangendo ha chiesto ai figli di tenersi stretti. Quando il Cessna si è schiantato sulla chioma della foresta, Lesly ha battuto la testa e ha perso conoscenza. Quando è rinvenuta, ha sentito Cristin urlare. Ha visto che Magdalena teneva ancora in braccio la bambina. “Mamma, mamma”, ha urlato Lesly più volte. Magdalena era immobile, gli occhi rovesciati all’indietro.

Quando avevano bisogno di riposare, a volte Lesly costruiva un riparo di rami legati insieme con dei fermagli per capelli. Tagliava i rami con le forbici e quando le ha perse ha usato i denti. A un certo punto i bambini hanno trovato uno dei pacchi di provviste lanciati dai militari, ma hanno comunque sofferto la fame per quasi tutto il tempo. Di notte sentivano freddo. Quando i fratelli piangevano, Lesly poteva solo cercare da mangiare o avvolgerli in un pezzo di stoffa sporca.

È possibile che i bambini abbiano solo immaginato il cane. La malnutrizione e la stanchezza possono giocare brutti scherzi alla mente. Lesly ha raccontato di sentire che i ricordi evaporavano. Nella sua casa di Bogotá, Montoya conserva un sacchetto di mambé di Eliecer Muñoz e di altri volontari nativi. “Abbiamo capito di avere molte cose in comune”, ha detto.

I giornalisti della tv colombiana Caracol sono andati a Puerto Sábalo per indagare su queste accuse e hanno scoperto una storia diversa da quella raccontata da Ranoque sui fatti che avevano preceduto l’incidente: i locali hanno raccontato che ad aprile Ranoque era volato a Bogotá, dove aveva incontrato l’ex moglie e l’aveva riportata con sé in Amazzonia. Magdalena era distrutta.

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