Unicredit vs Intesa: La battaglia per il dominio bancario italiano

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Unicredit vs Intesa: La battaglia per il dominio bancario italiano
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Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, ha lanciato una sfida diretta a Intesa Sanpaolo, sottolineando le diverse ambizioni e strategie delle due principali banche italiane. Orcel ha annunciato la volontà di Unicredit di sfidare il leader di mercato, pur riconoscendo le dimensioni significative di Intesa Sanpaolo. Contestualmente, Unicredit sta conducendo un'aggressiva campagna di acquisizioni, con l'obiettivo di Banco Bpm, come parte della sua strategia di forte crescita.

Le parole ferme di Carlo Messina , «L'Italia è Intesa Sanpaolo », hanno naturalmente attirato l'attenzione del suo rivale bancario, Andrea Orcel , che ieri ha ribadito la crescente contrapposizione tra le due maggiori banche italiane. «Credo che abbiamo modelli di business e ambizioni simili, ma anche diverse.

Intesa ha un modello molto focalizzato sul nostro Paese, mentre il nostro modello è molto più internazionale», ha spiegato l'amministratore delegato di Unicredit in occasione della presentazione della partnership con Ferrari. Orcel ha alternato parole di elogio («Intesa è un'eccellenza nel suo campo») a dichiarazioni di sfida apparente: «Siamo consapevoli della presenza di un leader più grande di noi, che vogliamo sfidare e cercare di superare, anche se non abbiamo le dimensioni che hanno loro in questo Paese». Questa direzione è chiaramente evidenziata dall'assalto al bastione di Banco Bpm, su cui Unicredit ha lanciato un'Offerta pubblica di scambio. Il banchiere romano ha anche fatto riferimento alle ambizioni di forte crescita, rispondendo implicitamente al numero uno di Intesa che si era detto pronto a rafforzarsi approfittando della «distrazione» delle altre banche impegnate in operazioni di acquisizione e fusioni. «La fiducia è stato il valore maggiore che ci ha spinto in avanti e sarà lo stesso nei prossimi 3-4 anni durante i quali contiamo di sorprendere ancora con i nostri risultati». Secondo le stime del consenso, lo istituto di Piazza Gae Aulenti dovrebbe aver chiuso il 2024 con profitti netti per quasi 9,2 miliardi di euro, mentre Intesa ha un obiettivo di utile a 8,5 miliardi per poi accelerare a 9 miliardi nel biennio 2025-26. Dal canto suo, Intesa Sanpaolo sotto la guida di Carlo Messina ha raggiunto la vetta europea per valore di mercato (quasi 73 miliardi rispetto ai 64 miliardi di Unicredit). Orcel non ha mancato di criticare l'Unione Europea che «sfrutta troppo tempo per esasperare le diversità e troppo poco tempo per unirsi per creare un blocco economico che crei opportunità per tutti». Proprio ieri è emerso che la possibile aggregazione tra Unicredit e Commerzbank è stata oggetto di discussione tra i ministri delle Finanze riuniti nell'Eurogruppo in quanto è vista come una «prova del nove» per l'Unione Bancaria. Intanto, tra gli azionisti forti della banca tedesca nel mirino di Unicredit è spuntata Barclays con una quota complessiva del 16%, di cui 7,72% in azioni fisiche e l'8,33% in strumenti finanziari. Non si tratta di una partecipazione «finalizzata all'attuazione di alcun obiettivo strategico di Barclays in relazione a Commerzbank né al conseguimento di profitti di negoziazione da un investimento finanziario in Commerzbank», spiega la casa d'affari britannica, il cui nome era già emerso come una delle grandi banche d'investimento che hanno supportato Unicredit nella costruzione della quota del 28% in Commerzbank, che per il 9,5% è una partecipazione diretta da parte della banca italiana e per il resto è composta da strumenti total return swap con banche internazionali. Sul mercato è quindi subito parso più che probabile che le quote della seconda maggiore banca tedesca in mano a Barclays potrebbero far riferimento alle operazioni in derivati che l'istituto britannico ha stipulato nei mesi scorsi con Unicredit

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