Nella marea umana che sta invadendo Roma per il Giubileo non ci sono rappresentanti di alcuni Paesi dove le condizioni legate ai conflitti sono particolarmente difficili. Tra questi c'è lo Yemen. (ANSA)
Nella marea umana che sta invadendo Roma per il Giubileo non ci sono rappresentanti di alcuni Paesi dove le condizioni legate ai conflitti sono particolarmente difficili. Tra questi c'è lo Yemen ."Alla Gmg di Lisbona almeno uno era venuto, per il Giubileo dei giovani nessuno è riuscito ad unirsi, la situazione lì è particolarmente pesante".
Mons. Martinelli, frate minore cappuccino, guida una comunità cattolica di circa un milione di persone, tutte arrivate nei Paesi arabi per lavorare, e quindi tutti migranti. La maggior parte sono filippini ed indiani ma non mancano"le persone arrivate da zone di guerra, come il Libano o la Palestina. Sono molti tra loro che, a partire dal 7 ottobre, hanno avuto dei lutti, spesso sono arrivati in situazioni di emergenza. Sentiamo le preoccupazioni per il destino della loro gente".
Ma ora un gruppo di giovani è al Giubileo per vivere questa esperienza, incontrare il Papa e condividere attese e speranze con i coetanei di tutto il mondo."È davvero un momento molto bello per loro, avere deciso di intraprendere questo viaggio per il Giubileo. E' bello il clima che c'è tra di loro, di solidarietà, di cammino condiviso. Affrontano tutto con lo spirito positivo nella speranza che c'è sempre una possibilità", dice mons.
Il Vicario apostolico ricorda la visita di Papa Francesco nel 2019 come"una pietra miliare", con il documento sulla Fratellanza umana dal quale è nato poi l'enciclica Fratelli Tutti. L'eredità di quella esperienza ad Abu Dhabi è la Casa della Famiglia di Abramo dove c'è una chiesa cattolica, una sinagoga e una moschea"e anche un quarto spazio, chiamato Forum, dove i fedeli delle diverse religioni si possono incontrare e confrontarsi".
Dobbiamo dire che le cose non vanno bene e che bisogna cercare la pace. E' il grande lavoro che ha fatto con tenacia e insistenza Papa Francesco e che adesso sta facendo Papa Leone che fin dal primo momento ha parlato di una pace disarmata e disarmante. Non dobbiamo abituarci al male", conclude.
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