Tumore dell'ovaio e resistenza ai farmaci. Allo studio una molecola capace di rendere più efficaci le cure, ma ci vorrà ancora qualche anno
Un farmaco per bloccare la resistenza dell'organismo alle terapie contro il tumore dell’ovaio e rendere questa patologia più curabile. È ciò su cui lavora da anni la ricercatrice Anna Bagnato insieme al suo team composto unicamente da donne e che, grazie al sostegno della Fondazione Airc, sta dando un contributo fondamentale al progresso della ricerca sul carcinoma ovarico.
L'impegno della Bagnato e della sua squadra, attiva al laboratorio di Modelli preclinici e nuovi agenti terapeutici dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma, è infatti fondamentale dal momento che ogni anno in Italia il carcinoma ovarico colpisce circa 5.200 donne e, nel corso della vita, circa 1 donna su 3 è colpita da un tumore.
«La diagnosi in fase avanzata rende il carcinoma ovarico un tumore particolarmente aggressivo, più resistente ai farmaci e metastatizzante» spiega Anna Bagnato. «Le migliori armi terapeutiche che abbiamo a disposizione oggi per contrastarlo sono la chemioterapia, a base di carboplatino e paclitaxel con l’aggiunta del farmaco antiangiogenetico bevacizumab, e una nuova classe di farmaci biologici chiamati Parp inibitori, come olaparib.
«Abbiamo individuato una molecola che riesce a bloccare la sequenza di segnali attivati dall'endotelina e le interazioni bi-direzionali tra il tumore e il microambiente tumorale, legandosi al recettore dell'endotelina. Questo è importante. Perché il meccanismo innescato dalla proteina, dopo aver attivato il suo recettore, a sua volta genera anche una maggiore produzione di endotelina. E così si crea un circuito che si autoalimenta».
Il farmaco studiato rientra nella categoria dei farmaci a bersaglio molecolare. Il suo nome è macitentan. «Tra l’altro è un medicinale già approvato per l’utilizzo in patologie non oncologiche. Cioè per il trattamento dell'ipertensione arteriosa polmonare. Quindi il vantaggio è che si tratterebbe di un riposizionamento del farmaco».Le ricercatrici lo stanno testando su modelli preclinici, chiamati anche organoidi o tumoroidi.
Fondazione AIRC Resistenza Ai Farmaci Tumore-Ovarico
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