Aspirina e tumore del colon-retto: Studio mostra riduzione del rischio di recidive

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Uno studio clinico randomizzato condotto dal Karolinska Institutet in Svezia dimostra che l'aspirina a basse dosi può ridurre significativamente il rischio di recidive del tumore del colon-retto in pazienti con una mutazione specifica dell'enzima Pi3k.

Sono anni che si accumulano dati che suggeriscono che l'assunzione regolare di acido acetilsalicilico, ossia l'aspirina, a basse dosi potrebbe ridurre il rischio di tumore al colon-retto. Ora si aggiungono nuove evidenze, grazie a uno studio clinico randomizzato che dimostra come questo farmaco possa ridurre significativamente il rischio di recidive nei pazienti in cui la malattia presenta una mutazione abbastanza comune, quella dell'enzima Pi3k .

La ricerca, condotta dal Karolinska Institutet, in Svezia, è stata presentata a San Francisco al congresso della Società americana di oncologia dedicato ai tumori gastrointestinali (Asco Gastrointestinal Cancers Symposium). Si tratta di uno dei primi trial che analizzano gli effetti dell'aspirina sulla base di un biomarcatore tumorale e i risultati sono interessanti.In generale, sappiamo che una percentuale compresa tra il 20% e il 40% dei pazienti che ricevono una diagnosi di neoplasia colorettale al II o III stadio svilupperà negli anni successivi una recidiva di malattia. Gli studiosi, guidati da Anna Martling, hanno coinvolto circa 3.500 pazienti presso 33 centri del Nord Europa - Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia - con tumore del colon in stadio II o III e tumore del retto in stadio I, II o III. L'età media era di 66 anni e per il 52% erano donne. Di questi, circa un terzo, ossia 1.103, presentava una mutazione che modifica la sintesi di Pi3k, in particolare nei geni Pik3ca, Pik3r1 o Pten. Di quei 1.103, 626 hanno effettivamente partecipato allo studio: dopo il termine delle cure standard, metà di loro ha ricevuto 160 mg al giorno di aspirina per tre anni, e l'altra metà un placebo. E i risultati indicano che chi ha ricevuto l'aspirina a basse dosi ha avuto un rischio di recidiva del tumore inferiore, in media, del 55% rispetto a chi ha ricevuto il placebo. Il vantaggio è stato osservato indipendentemente dalla mutazione e dal tipo di tumore.Il ruolo dell'enzima Pi3k è fondamentale nella crescita e nella proliferazione delle cellule. L'acido acetilsalicilico riduce l'attività di questo enzima, il che potrebbe spiegare quanto osservato. Precedenti studi in popolazioni non selezionate sulla base di uno specifico biomarcatore avevano dimostrato la capacità dell'aspirina di ridurre il rischio di recidiva di malattia. Questo studio randomizzato ha invece considerato pazienti affetti da carcinoma colorettale non metastatico con alterazione della via di trasduzione del segnale mediata dal gene PI3K suddivisi in 2 gruppi, A e B, sulla base di specifiche mutazioni. In entrambi i gruppi la probabilità di insorgenza di una recidiva di malattia è stata inferiore rispetto al gruppo placebo indipendentemente dall'alterazione genetica (gruppo A: 7,7% vs 14,1%; gruppo B: 7,7% vs 16,8%). Il trattamento, inoltre, è stato ben tollerato con una percentuale molto bassa di eventi collaterali gravi. Ma non basta per cambiare le indicazioni dell’aspirina. È opportuno ricordare come questo studio, di cui al momento si conoscono solo i dati presentati all’Asco in assenza della pubblicazione dell’intero articolo che riporti nel dettaglio i risultati, non rappresentano a oggi in alcun modo un’autorizzazione all’uso dell’acido acetilsalicilico per la prevenzione del carcinoma colorettale. Il farmaco non ha questa indicazione. È opportuno, pertanto, essere molto attenti al messaggio che si trasmette. Detto questo, si tratta del primo studio che dimostra un vantaggio chiaro in un sottogruppo selezionato di pazienti sulla base di uno specifico biomarcatore. I ricercatori continueranno ad analizzare i dati raccolti durante questo studio per condurre ulteriori analisi di sottogruppo, compreso il ruolo del genere e dello stato socioeconomico

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