L'azienda taiwanese Hon Hai Precision Industry, nota come Foxconn, ha espresso la sua disponibilità a valutare l'acquisto della quota del 39% di Renault in Nissan Motor. La mossa potrebbe rappresentare un'importante opportunità di sostegno per la casa automobilistica giapponese, che sta attraversando un periodo di instabilità a causa del progetto di integrazione con la concorrente Honda.
Hon Hai Precision Industry, nota anche come Foxconn , non esclude l'acquisto della quota del 39% di Renault in Nissan Motor. La mossa potrebbe fornire alla casa automobilistica giapponese in difficoltà un'ancora di salvezza. L'azienda taiwanese ha contattato Nissan e Honda in merito a una potenziale cooperazione, ha dichiarato il presidente di Hon Hai, Young Liu ai giornalisti a margine di un evento aziendale, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg.
«Se c'è una necessità operativa, la prenderemo in considerazione», ha detto Liu «ma l'acquisto della quota non è il nostro obiettivo, il nostro obiettivo è la cooperazione». L’azienda nipponica, d’altronde, sta vivendo una fase di grande turbolenza a causa del progetto di integrazione con la concorrente Honda, che vedrebbe quest'ultima spingere per un controllo effettivo della gestione operativaLa proposta di Honda prevederebbe che Nissan diventi una sua sussidiaria, non rispettando gli accordi iniziali di dicembre, con la costituzione di una holding e il mantenimento dei rispettivi marchi. I colloqui di dicembre esploravano l'opportunità di unire le forze e creare la terza casa automobilistica al mondo, nel tentativo di poter competere ad armi pari con le aziende cinesi e la Tesla sul mercato dei veicoli elettrici. Lo stesso amministratore delegato di Honda, Toshihiro Mibe, aveva insistito all'epoca che non si trattava di un salvataggio, malgrado il taglio di migliaia di posti di lavoro annunciato da Nissan, dopo aver registrato un crollo del 93% dell'utile netto del primo semestre. Ha attraversato un decennio turbolento, che ha visto anche l'arresto nel 2018 dell'ex amministratore delegato Carlos Ghosn, successivamente fuggito in Libano, l'azienda si trova adesso gravata da una forte esposizione debitoria che, secondo gli analisti, maturerà in prevalenza nei prossimi due anni. La stessa Foxconn ha appena dato una risposta granitica sull’ipotesi dei dazi annunciati dagli Stati Uniti. Si tratta del più grande produttore mondiale di componenti elettronici su commissione e principale produttore di iPhone per Apple. Ha esplicitamente rivendicato di essere in grado di pianificare la sua produzione tenendo conto dei nuovi dazi annunciati, ha spiegato il presidente del colosso dell'elettronica taiwanese, Young Liu. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato e poi sospeso fino al 4 marzo dazi del 25% su tutte le importazioni statunitensi da Messico e Canada. Young ha sottolineato che l'azienda produce sia negli Stati Uniti che in Messico. «Pianificheremo la nostra capacità di produzione sulla base dei dazi», ha spiegato. «Se non produciamo qui, possiamo farlo lì, quindi l'impatto non sarà troppo significativo», ha detto Young, ammettendo comunque che i dazi avranno ricadute sull'economia mondiale, e di conseguenza sugli affari
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