Stefano Dassie, gelatiere della rinomata 'Dassie Vero Gelato Artigiano Treviso', ha rifiutato il premio dei Tre coni assegnato dalla Guida Gelaterie d'Italia del Gambero Rosso 2025 e si è ritirato dalla pubblicazione. La sua decisione, motivata da una presunta mancanza di trasparenza nei criteri di valutazione e nella valorizzazione del gelatiere artigianale, è stata accolta con stupore dalla curatrice della guida, Annalisa Zordan.
C'è chi rinuncia alla stella Michelin o sbarra il passo agli ispettori e chi volta le spalle, ritirando coni e coppette, dalla nuova guida delle Gelaterie d'Italia del Gambero Rosso 2025 appena presentata al Sigep di Rimini.
È stato qui sul palco della manifestazione riminese dedicata a dolcezze e dintorni che si è consumato, non a piccoli morsi gusto per gusto, ma a scena aperta, il rifiuto da parte di Stefano Dassie dell’omonima gelateria 'Dassie Vero Gelato Artigiano Treviso' che si è rifiutato di prendere il premio dei Tre coni (riconoscimento quest'anno andato a 72 gelaterie italiane, compresa la sua). E di togliersi dalla pubblicazione. Lo ha fatto 'dopo sei anni di successi nella Guida Gelaterie d’Italia di Gambero Rosso, e il prestigioso riconoscimento come Miglior Cioccolato d’Italia nel 2018' come lui stesso ha ricordato. I motivi? 'Questa scelta, maturata nel corso dell’ultimo anno – ha dichiarato - nasce dalla percezione di una crescente mancanza di chiarezza nei criteri di assegnazione dei premi, nelle tempistiche di valutazione e nella valorizzazione della figura del gelatiere artigianale'. Stupore da parte della curatrice della Guida Annalisa Zordan che se ne occupa dal 2020. Lei era lì sul palco mentre presentava l'ultima edizione. 'La cosa che più mi è dispiaciuta mentre ero lì - spiega al Gusto - è l'aver tolto con questo gesto l'attenzione che meritavano i premiati, chi riceveva i tre coni per la prima volta. È a loro che doveva andare la visibilità. Ci tengo a dire che la guida è fatta per i lettori quindi non ci saranno rimozioni, la gelateria rimarrà inserita come le altre'. Sui motivi che hanno spinto Dassie a questo ritiro Zordan non sa dare una risposta precisa: 'I criteri sono sempre gli stessi, quelli che gli hanno permesso di essere in guida tutti questi anni – conferma - non sono mai cambiati. Forse sono aumentati gli sponsor, ma non c'è legame con i premi e se fosse stato questo motivo di critica avrebbe dovuto informarmi prima. Lui sostiene di aver mandato diverse mail che però io non ho mai ricevuto. Se invece l'intenzione era quella, positiva, di focalizzare l'attenzione sul settore delle gelaterie artigianali, così ha ottenuto l'esatto contrario'. Il gelatiere 'dissidente' da parte sua sembra aver voluto lanciare una sorta di sfida, una 'paletta' piena di crema e cioccolato farciti di polemica con l'intento di fare sempre meglio ('La mia non vuole essere una critica sterile, ma un invito alla riflessione e alla trasparenza all’interno del mondo del gelato'). 'Ho sempre considerato la Guida Gambero Rosso come uno stimolo a migliorare - ha ribadito - un riconoscimento che mi ha spinto a elevare la mia professionalità e a puntare a un continuo sviluppo qualitativo. Tuttavia, con il passare del tempo, la mia fiducia in questo sistema è venuta meno, a causa della mancanza di trasparenza nei criteri di giudizio e del modo vago in cui i Coni vengono attribuiti, spesso senza una dimostrazione concreta di crescita o di filosofia aziendale'. Le ragioni della scelta si concentrano sostanzialmente in tre punti critici secondo Dassie che caratterizzano la Guida da lui messa in discussione: criteri di assegnazione poco chiari, tempistiche di valutazione insufficienti e insufficiente valutazione del gelatiere artigianale non riconosciuto 'a favore di logiche di mercato'. Premi, classifiche e selezioni a parte, la parola e soprattutto l'assaggio alla fine spettano a chi il gelato sceglie di gustarlo
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