Il Parlamento si riunirebbe domani per eleggere i quattro nuovi giudici della Corte Costituzionale. La fumata bianca sembra vicina con diversi nomi in lizza.
La fumata bianca sui quattro giudici della Consulta scelti dal Parlamento è a un passo. Domani il Parlamento in seduta comune si riunisce per la prima volta dall’inizio dell’anno con l’obiettivo di riportare a ranghi completi la Corte costituzionale, alle prese con una serie di delicati rebus da risolvere come il terzo mandato consecutivo per i governatori (il governo ha impugnato la legge della Regione Campania) e l’ammissibilità dei referendum sull’Autonomia differenziata.
A poche ore dalla seduta i giochi sembrano fatti. Fratelli d’Italia porterà alla Consulta il consigliere giuridico di Palazzo Chigi Francesco Saverio Marini, Pd e Cinque stelle avrebbero deciso di convergere sul costituzionalista Massimo Luciani. Alla rosa mancherebbero due nomi. Il tecnico bipartisan individuato sarebbe l’avvocata generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli mentre Forza Italia deve decidere se puntare sul senatore Pierantonio Zanettin o sul viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. «Parliamo di giuristi di altissimo profilo, vediamo se la scelta sarà di eleggere parlamentari o non parlamentari», ammette il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un incontro al Quirinale, aprendo di fatto la strada a un’altra scelta «tecnica», il cui identikit corrisponderebbe alla giurista cattolica Daniela Mastroiacono. Il Parlamento in seduta comune si riunirà alla Camera a partire dalle 13,00, alle 11.30 è prevista la riunione dei capigruppo per sciogliere le riserve. La maggioranza richiesta è quella dei tre quinti dei componenti (363 voti), si comincerà dai deputati. Siamo al tredicesimo scrutinio per il sostituto dell’ex presidente della Consulta Silvana Sciarra e del quarto per i tre giudici scaduti a fine dicembre (il presidente uscente Augusto Barbera, Giulio Prosperetti e Franco Modugno. La stessa Consulta, per venire incontro al Parlamento, ha deciso di rinviare di una settimana al 20 gennaio, termine ultimo previsto per legge, la decisione sull’eventuale ammissibilità dei quesiti abrogativi della riforma sull’autonomia differenziata, prevista per oggi
PARLAMENTO CONSULTA GIUDICI AUTONOMIA RIFORMA
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