La Corte dell'Aja accusa l'Italia: Almasri rilasciato senza preavviso

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La Corte dell'Aja accusa l'Italia: Almasri rilasciato senza preavviso
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La Corte penale internazionale (CPI) ha denunciato il rilascio e il rimpatrio in Libia di Osama Elmasry Njeem, accusato di crimini di guerra e contro l'umanità. La CPI accusa il governo italiano di aver agito senza consultazione con la Corte.

La Corte penale internazionale (CPI) ha pubblicato una nota in cui spiega la sua versione dei fatti, le procedure rispettate, i contatti e il coordinamento con l' Italia e le tempistiche della vicenda relativa al rilascio e al rimpatrio in Libia di Osama Elmasry Njeem, sospettato di crimini di guerra e contro l'umanità.

Secondo la CPI, il 18 gennaio 2025, la prima Camera preliminare della Corte ha emesso un mandato di arresto per Njeem, accusato di essere responsabile delle strutture carcerarie di Tripoli, dove migliaia di persone sono state detenute per periodi prolungati. La CPI ha accusato il governo italiano di aver rilasciato e rimpatriato Njeem in Libia il 21 gennaio 2025, senza preavviso o consultazione con la Corte, e di non aver ancora fornito una verifica sui passi compiuti. La nota della CPI sottolinea che la Corte sta cercando di ottenere una verifica dalle autorità italiane sui passi che sarebbero stati compiuti. La CPI ricorda il dovere di tutti gli Stati parte di cooperare pienamente con la Corte nelle indagini e nei procedimenti penali.Njeem è sospettato di aver commesso crimini contro l'umanità e crimini di guerra, tra cui presumibilmente quelli commessi in Libia dal febbraio 2015 in poi. La Camera ha riscontrato che i crimini indicati nel mandato sono stati commessi da Njeem personalmente, ordinati da lui o con la sua assistenza da membri delle Forze Speciali di Deterrenza (RADA), la milizia legata al Governo di unità nazionale di cui Njeem fa parte. La Cancelleria della CPI, agendo in consultazione e coordinamento con l'Ufficio del Procuratore e sotto l'autorità della Camera, ha presentato una richiesta di arresto dell'indagato a sei Stati parte. La richiesta della Corte è stata trasmessa attraverso i canali designati da ciascuno Stato ed è stata preceduta da consultazioni che indicavano il possibile luogo di soggiorno e gli spostamenti dell'indagato nella zona europea di Schengen.In Italia, le autorità hanno arrestato Njeem nelle prime ore di domenica 19 gennaio 2025 e lo hanno tenuto in custodia in attesa del completamento delle procedure nazionali necessarie per il suo arresto e la sua consegna alla Corte, in pieno rispetto delle autorità italiane, la CPI si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l'arresto dell'indagato. Allo stesso tempo, la Corte ha continuato a impegnarsi con le autorità italiane per tutti i passi richiesti dallo Statuto di Roma per l'attuazione della richiesta della Corte. In questo contesto, la Cancelleria ha anche ricordato alle autorità italiane che, nel caso in cui dovessero individuare problemi che potrebbero ostacolare o impedire l'esecuzione della presente richiesta di cooperazione, dovrebbero informare tempestivamente la Corte.

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