La Corte Penale Internazionale dell'Aja ha avviato un fascicolo di indagine sull'operato del governo italiano per 'ostacolo all'amministrazione della giustizia'. Il fascicolo è stato aperto sulla base della denuncia di un rifugiato sudanese che ha denunciato torture subite in Libia. Il caso coinvolge Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, accusati di aver ostacolato la giustizia internazionale.
. Che anzi si arricchisce di nuovi sviluppi: la Corte penale internazionale dell'Aja ha avviato un fascicolo di indagine sull'operato del governo italiano per "ostacolo all'amministrazione della giustizia". Lo riporta il quotidiano Avvenire, che pubblica una foto del fascicolo in cui compaiono i nomi di Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.
La testimonianza del sudanese, rifugiato in Francia, è tra quelle contenute nel mandato d'arresto della Cpi contro Almasri. Mandato nel quale Nordio ha affermato davanti alle Camere di aver rinvenuto "criticità e grossolane incongruenze".
Secondo l'accusa, Meloni, Nordio e Piantedosi avrebbero "abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali", contravvenendo in particolare all'articolo 70 dello Statuto di Roma, relativo ai provvedimenti contro chi ostacola la giustizia internazionale."Tutti indagano un po' su tutto", ha minimizzato Carlo Nordio commentando l'apertura del fascicolo. "Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana.
"Vorrei che ogni persona che ha commesso un reato fosse giudicata e, se trovata colpevole, condannata e la pena eseguita secondo le regole e le procedure. Ieri si è anche detto che Almasri era un torturatore, a prescindere dal mandato sbagliato della Cpi. Ma se seguissimo questo criterio - ha osservato - neanche il tribunale di Norimberga avrebbe senso: i tribunali esistono perché devono rispettare le regole.
Intanto il Parlamento europeo ha fissato a martedì 11 febbraio l'apertura di una dibattito sulla protezione del sistema di giustizia internazionale e le sue istituzioni, in particolare la Corte penale internazionale e la Corte internazionale di giustizia. Un dibattito che le opposizioni italiane hanno promesso di usare per portare all'attenzione dell'Europa la vicenda Almasri.Da Tajani arriva invece un duro "no comment".
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