Il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto il blocco del chatbot DeepSeek in Italia a causa di dubbi sulla gestione dei dati personali degli utenti. La decisione, motivata da una comunicazione giudicata insufficiente dalle società cinesi Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, ha portato alla scomparsa dell'app da App Store e Google Play, con probabilità di indisponibilità anche nella versione web.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha adottato un provvedimento d'urgenza per limitare il trattamento dei dati degli utenti italiani da parte delle società cinesi Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, responsabili della fornitura del chatbot DeepSeek.
La decisione, immediatamente esecutiva, è stata presa a tutela della privacy degli utenti italiani, a seguito di una comunicazione ricevuta dalle stesse società, ritenuta dall'Autorità 'del tutto insufficiente'. Come diretta conseguenza, dopo la sparizione dell'app dagli store di Apple e Google, il servizio molto probabilmente non sarà più, almeno temporaneamente, disponibile nel nostro Paese nemmeno nella versione web (mentre scriviamo queste righe lo è ancora). DeepSeek è un software di intelligenza artificiale relazionale progettato per comprendere ed elaborare le conversazioni umane. Recentemente introdotto sul mercato globale, ha riscosso un successo immediato con milioni di download in pochi giorni. Tuttavia, la sua diffusione ha sollevato dubbi sulla gestione dei dati personali degli utenti, portando l'Autorità italiana ad avviare verifiche sulla conformità alle normative vigenti. Secondo il Garante, le aziende cinesi coinvolte non avrebbero fornito risposte adeguate in merito al rispetto della normativa europea sulla protezione dei dati personali. Di contro le due aziende coinvolte avrebbero sostenuto di non operare in Italia e, pertanto, di non essere soggette al Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). Tale dichiarazione, però, non ha convinto l'Autorità italiana, che ha deciso di intervenire tempestivamente imponendo il blocco del trattamento dei dati degli utenti italiani e avviando un'istruttoria. Il provvedimento del Garante rappresenta un ulteriore segnale della crescente attenzione nei confronti della protezione dei dati personali nell'era dell'intelligenza artificiale. Il principio è che le aziende che operano su scala globale, anche se dichiarano di non avere una presenza diretta in un determinato Paese, possano comunque essere chiamate a rispettare le normative locali qualora offrano servizi a utenti di quella nazione. Il caso DeepSeek potrebbe quindi aprire nuovi scenari di regolamentazione per i chatbot e le intelligenze artificiali che trattano dati sensibili. La vicenda ricorda infatti quella del blocco di Chat GPT nel 2023. Anche quella volta sotto accusa c'era la gestione dei dati personali degli utenti. Una partita che, nell'era dell'intelligenza artificiale, sembra sempre meno trascurabile
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Il Garante blocca DeepSeek: limitazione del trattamento dei datiIl Garante per la protezione dei dati personali ha disposto la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek ArtificialIntelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek. Il provvedimento, adottato a tutela dei dati degli utenti italiani, fa seguito alla comunicazione delle società ritenuta del tutto insufficiente dall'Autorità. DeepSeek è stato scaricato da milioni di persone e dopo la sua scomparsa dai negozi digitali di Apple e Google in Italia, il Garante ha bloccato ufficialmente l'accesso al servizio.
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