Pia Bosca, produttrice di bevande a base di mosto senza alcol, commenta il nuovo decreto sulla dealcolazione in Italia, esprimendo entusiasmo per l'apertura a questo nuovo mercato. Sottolinea l'importanza della qualità e l'evoluzione del gusto del consumatore, ma invita gli altri viticoltori ad abbracciare questo trend solo se convinti.
«Se il consumatore ritiene di poter bere un prodotto senza alcol che sa di vino, chi sono io per dire di no?». Pia Bosca ha le idee molto chiare, come accade quando sei sicura della tua esperienza. Si definisce una produttrice fuori dal coro: del resto, nella sua azienda storica a Canelli investe su prodotti senza alcol dagli anni Novanta.
Ad esempio, se esco e bevo un vino convenzionale, poi, dovendo guidare per rientrare a casa, posso continuare a bere vino dealcolato, godendo di un prodotto simile, ma senza alcol». Adeguarsi alla normativa sarà complicato, non teme conseguenze sui prezzi? «Oltre al nodo della qualità, ci sono aspetti burocratici da tenere presenti, come la necessità prevista dal decreto di avere uno stabilimento separato per i dealcolati rispetto alla cantina dei vini tradizionali.
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